SALVATORE FIUME
Comiso, Ragusa, 1915 - Milano, 1997
L'esordio è relativamente tardo: nel 1949
a Milano con una mostra alla galleria Borromini, dove un suo dipinto
viene acquistato dall'allora direttore del Moma di New York. Nel 1950
partecipa alla Biennale di Venezia con il trittico Isole di statue, che
gli vale una copertina di Life. Nel 1974 è protagonista di un'imponente
antologica a Palazzo Reale di Milano. Le sue opere sono in alcuni dei
più importanti musei del mondo, dai Vaticani all'Ermitage di San
Pietroburgo.
Voluttuosa, generosa, disponibile. Ma anche arcana,
misteriosa, irraggiungibile. Per Salvatore Fiume la donna è così. Metafora del gioco
e del desiderio e insieme simbolo dei segreti inafferrabili dell'esistenza.
Nella sua pittura smagliante, la donna è luogo dove il piacere
non ha colpa, dove l'erotismo è sintomo naturale della giovinezza
dell'anima e del corpo. Ma è pure la personificazione di una geografia
fantastica in cui isole e città sono costruite da enormi, enigmatiche
figure femminili che paiono fatte di materia rocciosa. Sono le regioni
del sogno e del mito, ispirate a due artisti amatissimi: i fratelli Giorgio
de Chirico e Alberto Savinio.
SCHEDA BIOGRAFICO-CRITICA A CURA DI BEBA MARSANO
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