DANIELE OPPI
Milano, 1932
Nel 1954 affianca all'attività di pittore
quella di consulente pubblicitario per la strategia dell'immagine. Alla
fine degli anni Sessanta si trasferisce a New York, dove espone alla
Capricorn Gallery. Nel 1990, a Robecchetto nel parco del Ticino, dà vita
al Raccolto, fucina di sperimentazione di nuovi modi di fare arte.
A proposito di Daniele Oppi, qualcuno si è ricordato
del Borges di Altre inquisizioni: "L'arte vuol sempre irrealtà visibili".
In effetti, la pittura di Oppi dà forma a quello che forma non
ha: i demoni del desiderio, della paura, dell'avventura. Linee che
si avviluppano in sentieri spiraliformi, colori dalle accensioni pirotecniche,
volumi dalle tensioni elastiche costruiscono sulla tela teatri emotivi
e mentali ("nessuno spazio è per me una unità di
misura fisica"),
visioni in movimento inarrestabile dove - variamente combinati - si
ritrovano echi del futurismo, del tachisme, dell'espressionismo e del
surrealismo.
SCHEDA BIOGRAFICO-CRITICA A CURA DI BEBA MARSANO
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