Dal 1973, non più come dipendente
ma da libero professionista, inizia, nella parrocchia
Sacra Famiglia e San Giorgio, varie attività artistiche.
Prepara e dirige un coro di voci bianche e uno polifonico,
esibendosi con essi in varie città. Sempre nello
stesso anno intraprende l'insegnamento di educazione musicale
nelle scuole medie inferiori e frequenta, quale allievo
di interpretazione e lettura di spartito d'opera, i Corsi
musicali estivi - Città di Varallo.
Poi, al principio degli anni Ottanta,
"la grande rivelazione: 'la musica evapora, [...]
la pittura resta. Un nuovo mestiere, dimenticando tutto
il resto".
"Al linguaggio pittorico, mi sono concretamente avvicinato
circa vent’anni fa", ricorda Carta, "quando,
a causa della frattura di un ginocchio, rimasi a letto
per un periodo molto lungo. In questa circostanza iniziai
a dipingere con più assiduità.". E’,
infatti, in questi anni che sposta i suoi interessi verso
la pittura, "in un primo momento in direzione dell'astratto,
poi verso il realismo". "Allora conoscevo l'opera
di Kandinsky e la sua ricerca di nuovi moduli espressivi
che nella pittura si traducevano in astrattismo",
spiega l’artista, “ma conoscevo anche le sinfonie
a cui egli si ispirava”.
Questo primo amore per la pittura non-rappresentativa,
Carta pian piano lo sostituisce con un altro tipo di ricerca,
sempre più indirizzata verso la rappresentazione
del vero. A questo periodo appartengono alcune opere paesaggistiche
e le prime nature morte. E’ la natura morta che
predilige, a essa si dedica con grande passione fino a
farne il genere da lui prevalentemente raffigurato.
Giuseppe Carta "esce allo
scoperto come pittore, in ambito genovese, con una serie
di personali e collettive nelle quali emerge progressivamente
la sua ricerca, non della luce ma del suo riflesso";
oltre che a Genova espone in Sardegna e nelle città
di Bologna e Ferrara.
In questi anni si dedica anche al cartoon d'autore e al
giornalismo, rinunciando all’insegnamento al Conservatorio.
Lavora per la collana Ivaldi Editore collaborando, tra
gli altri, con Mino Milani, Hugo Pratt, Attilio Micheluzzi
e Giacinto Gaudenzi alla realizzazione dei volumi Soldati
di ventura e Storie di un altro evo e di altre realtà.
Inoltre scrive, sporadicamente, sulle pagine culturali
del quotidiano genovese "Corriere del Pomeriggio".
Nella seconda metà degli
anni Ottanta, ancora molto legato alla musica, inizia
a frequentare, presso l'Istituto Regionale di Ricerca
Sperimentale e Aggiornamento Educativo di Genova, corsi
di tecniche di musicoterapia, manifestando una forte sensibilità
per i disagi e le problematiche che investono i portatori
di handicap.
Nel 1988 approfondisce il discorso
sulla musicoterapia e sulle valenze psicopedagogiche di
questa disciplina; infatti si iscrive al Corso biennale
di specializzazione polivalente, che conclude con una
tesi dal titolo Elementi di musicoterapia e sindrome di
Down in contesto scolastico.
A tale periodo risale l'incontro fra Carta e il gallerista
genovese Rinaldo Rotta, che si rivela molto importante
per la sua evoluzione pittorica, e con il quale si instaurò
una profonda amicizia. "Fu un incontro che segnò
profondamente il mio percorso artistico [...]. Rinaldo
Rotta mi ha fatto capire la differenza fra un quadro d'arredo
e un'opera pittorica."
Le opere che il pittore realizza
alla fine di questo decennio sono chiaramente connesse
alla sua prima formazione; di esse ricorda: "Erano
legate a un' altra forma di comunicazione, la musica.
La ricerca che allora conducevo era tutta volta a conciliare
due linguaggi diversi, due mondi: quello pittorico e quello
musicale. Molte tele prodotte in quel periodo le intitolavo
Mozartiana, seguite da un numero progressivo. Esse erano
ispirate al ritmo musicale delle sinfonie di Mozart, che
io traducevo con un ritmo colorico. Si trattava di nature
morte con un andamento apparentemente disordinato. In
realtà, regnava un ritmo ben preciso. Sceglievo
un certo numero di soggetti, di norma frutti, e facevo
in modo che i colori seguissero un determinato ordine,
proprio come le note che si rincorrono su un rigo musicale."
Gli anni che seguono sono quelli
che portano Giuseppe Carta a fare "una scelta sia
professionale sia estetica; ne sono frutto le esposizioni
al Gran Palais e all'Espace Branly della Tour Eiffel,
a cui seguono gli inviti delle gallerie Robin-Leaudouze
e Caplain Matignon, sempre nella capitale francese. Vengono
poi Ginevra, gli inviti a Gand e Londra e quindi ancora
la Francia a Saint Paul de Vence (Galerie Vendôme);
continua, intanto, il lavoro in Italia, soprattutto fra
Emilia e Toscana".
E’ dai primi anni ’90
che Carta si dedica esclusivamente alla pittura abbandonando
l’insegnamento. Trascura la scultura, una sua grande
passione, che riprenderà alla fine degli anni ’90
realizzando alcuni soggetti bronzei.
Dal 2 al 14 marzo 1991 il Centro
Culturale Pegliese organizza una mostra personale presso
il club Amici dell' Arte a Pegli (Genova). Altre mostre
personali del 1991 sono quelle realizzate al Centro
d'Arte Le Prigioni di Genova e al Palazzo Comunale di
Locate, in provincia di Milano.
Dal 1992 espone le sue opere alla
Galleria d'Arte Il Grattacielo di Genova; inoltre partecipa
a numerose collettive a Palazzo Fieschi di Genova, La
Telaccia di Torino, Forma e Colore di Genova, IterArte
di Bologna, MaraMars di Milano, Galleria d'Arte Losano
di Pinerolo, Galleria d'Arte Portofino di Portofino e
per ultimo in Palazzo Gambacorti nella città di
Pisa.
Il 1993 lo vede partecipare all'Arte
Fiera di Bologna, mostra-mercato internazionale d' arte
contemporanea. Nell'aprile dello stesso anno la galleria
bolognese La Chiesa della Neve propone le opere di Carta
e Miria Melandri. Seguono altre esposizioni, tra cui si
ricordano l’VIII Mostra-mercato internazionale al
Palazzo degli Affari di Firenze e la l04ª Exposition
de la Société des artistes indépendants
di Parigi. Dal 25 novembre al 2 dicembre un'importante
personale intitolata Il fermo suono della luce, allestita
nel Centro Culturale Pegliese, chiude il 1993. La mostra
è accompagnata da un catalogo presentato dalla
storica dell'arte Chiara Toschi Cavaliere.
Nel gennaio 1994 partecipa, ancora
una volta, all’Arte Fiera di Bologna. Tra marzo
e aprile espone a Sassari (La Fenice). A maggio prende
parte, con Artstudio di Ferrara, a EuropArt, fiera internazionale
dell'arte antica, moderna e contemporanea che si tiene
a Ginevra, e inizia a collaborare con la Galleria Guidi
di Genova.
Risale invece al mese di maggio la mostra dedicata al
ventaglio negli spazi della palazzina Marfisa d'Este di
Ferrara. Carta realizza per l' occasione, con la tecnica
a olio, un ventaglio su tela, Gioco di biglie su ventaglio.
In questa opera il pittore "coniuga con le trasparenze
del vetro la leggerezza del ventaglio e il suo fruscio
con la memoria del suono, il suo essere musicista e pittore".
Ancora nel 1994 "un fortunato incontro con lo scrittore
Giorgio Soavi segna la svolta nella sua carriera".
"Fu un incontro casuale", ricorda Carta, "avevo
letto un suo libro Il quadro delle patate il quale ha
per soggetto il pittore bolognese Wolfango Peretti Poggi,
che io conosco. Decisi di telefonargli per complimentarmi
e non molto tempo dopo ci siamo incontrati a Milano. Portai
con me diverse tele per mostrargliele, ma, fra tutte,
rimase colpito da una sola di queste, Grande soirée.
Il soggetto di questo dipinto è una tavola lussuosamente
imbandita. L’attenzione di Soavi era tutta volta
verso i calici di finissimo cristallo che emergevano tra
le preziose tovaglie e le raffinate ceramiche. Disse che
non aveva più visto, ormai da tanti anni, vetri
dipinti, poi mi chiese di vendergli il quadro. L'incontro
fu determinante per la mia carriera e per le scelte che
ne seguirono. Giorgio Soavi, infatti, mi invitò
ad andare a Strasburgo al Musée de l'Oeuvre Notre
Dameper ammirare i capolavori di un pittore alsaziano
del Seicento, che dipingeva con grande maestria e ingegno
il vetro." Soavi, dunque, "scopre una somiglianza
tra le trasparenze dei bicchieri del pittore sardo e Sébastien
Stoskopff. Gli consiglia [...] di compiere il miracolo,
cioè di diventare un po' fiammingo e di non abbandonare
la strada del pennello e della luce". " Affastellati
in cestini di vimini dal realismo quasi inquietante, i
bicchieri vanno crescendo di numero, accumulandosi anche
disordinatamente sui fondi monocromi delle tele, esaltati,
così, nei sempre più arditi e preziosi giochi
di una luce dal magnetismo irreale."
Carta, seguendo le orme del maestro alsaziano Stoskopff,
a partire dal 1994, per tutto il 1995 e parte del 1996
si dedica interamente alla realizzazione di tele raffiguranti,
per l'appunto, nature morte feconde di luce emanata dai
cristalli. Tali rappresentazioni trovano una scena ideale
nella mostra allestita presso la Galleria Antonia Jannone
di Milano dal 13 febbraio al 16 marzo 1996. A presentare
il catalogo che accompagna l'esposizione, A tavola con
Giuseppe Carta, è lo stesso Giorgio Soavi.
Al 1996 sono legati anche altri
importanti avvenimenti. Sull'esempio di alcuni centri,
sparsi in tutta Italia, Carta si fa promotore nel suo
paese d'origine di un' importante manifestazione culturale,
Banari Arte. L'obiettivo è quello di fare del paese
una sorta di museo all'aperto grazie alle opere lasciate
dagli artisti che di volta in volta vengono invitati,
e creare una prospettiva turistica alternativa a quella
delle coste sarde. Nell'autunno dello stesso anno, dal
28 settembre al 6 ottobre, presso il Castello di Pralormo
(Torino) viene realizzata, su iniziativa dei conti Beraudo,
la mostra intitolata Fragile, fragilissimo che ha per
protagonista l'incanto diafano di vetri e cristalli. A
brevissima distanza di tempo da quest'ultima esposizione,
per iniziativa del Presidente della Provincia di Sassari,
viene celebrato il decennale delle esposizioni di Carta
con una mostra antologica itinerante Il peso leggero della
luce dal 28 ottobre al 22 dicembre. Il curatore del catalogo,
edito da Electa, è il noto critico d'arte Marco
Goldin. I quadri sono esposti, in successione, prima nel
Palazzo della Provincia di Sassari, poi presso il Centro
Culturale San Francesco di Ozieri (Sassari), nella Torre
Sulis di Alghero (Sassari) e, infine, nel Palazzetto Corda
di Banari.
Il 1997 vede, ancora una volta,
la presenza di Carta all' Arte Fiera di Bologna con la
Galleria Antonia Jannone (così anche per le edizioni
del 1998 e del 1999). Segue una mostra alla Galleria Forni
di Bologna e alla Versiliana di Marina di Pietrasanta
(a cura di Antonella. Pintor - La Solo Arte), dal 22 giugno
al 28 settembre, espone a San Giovanni in Persiceto (Bologna)
per l'ambizioso progetto culturale Arte & Città
(catalogo a cura di Giuseppe Cardoni). Sempre nel 1997
Giuseppe Carta diventa presidente dell' Associazione Culturale
Banari Arte. Fra gli ospiti di questa edizione compaiono
anche i nomi del Senatore Francesco Cossiga e del pubblicitario
Gavino Sanna. Dal 31 agosto al 30 settembre espone le
sue opere a Basilea nella Galerie zur Hotstatt; infine
si prepara per una collettiva alla Galleria d' Arte Rinaldo
Rotta di Genova, che si tiene dal 12 dicembre 1997 al
3 gennaio 1998. La mostra, che s'intitola Cinque pittori
della realtà, oltre ai tredici quadri di Carta
presenta tele di Giorgio Balboni, Luigi Benedicenti, Paola
Campanella e Jonathan Janson. Dall'8 all' 11 maggio prende
parte con la Galleria Antonia Jannone a Miart nella città
di Milano.
Nel settembre 1998 partecipa con
la Galleria la Spirale di Milano all'Art Intemational
di New York con due personali presso il Jacob K. Javits
Convention Center (catalogo a cura di Jacob J. Convention
Center) e presso il New World Art Center.
Dal 24 marzo al 24 aprile 1999,
un’esposizione personale, La dinamica dei volumi
inerti, anima la Galleria EloArt a Forio d'Ischia, Napoli
(catalogo a cura di Teresa Coppa) e una collettiva, dal
10 luglio al 29 agosto, Sulle ali della seduzione; annovera
la presenza delle interpretazioni del pennello di Carta
nei Musei di Palazzo dei Pio a Carpi (Modena) *. Infine
dal 27 ottobre al 12 dicembre Carta espone con successo
una sua importante antologica intitolata La magia delle
cose al Foyer del Teatro Lirico di Cagliari (catalogo
a cura di Ada Masoero, edizione Mazzotta). Nello stesso
anno una prestigiosa tesi di laurea dal titolo L’opera
pittorica di Giuseppe Carta viene discussa da Maria Grazia
Sassu alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Sassari.
Il 2000 vede, ancora una volta,
la presenza di Carta all’Arte Fiera di Bologna con
la Galleria Antonia Jannone (così anche per le
edizioni 2001 e 2002). Segue una mostra a marzo all’Expo
Arte 21° Fiera Internazionale di Arte Contemporanea.
Poi a luglio espone le sue opere al Museo Ca’ La
Ghironda di Bologna in una mostra intitolata Neo Avanguardia:
dagli anni ’50 ai ‘70 (catalogo a cura di
Silvia Evangelisti, Fred Licht e Toni Toniato), da luglio
a metà settembre è presente nell’importante
rassegna europea della natura morta The annual still life
Show 2000 dell’Albemarle Gallery di Londra (catalogo
a cura della galleria), a novembre alla Galerie Azur di
St. Paul de Vence, e infine a dicembre partecipa alla
mostra intitolata Natura morta dal ‘900 ai contemporanei,
tenuta alla Galleria Rinaldo Rotta di Genova (catalogo
a cura di Rinaldo Rotta).
Nel 2001 sue personali sono promosse
a Porto Rotondo e in Francia alla Galerie Azur di St.
Paul de Vence. Nello stesso anno partecipa insieme a Ugo
Attardi, Anna Maria Laurent, Mistral, Aligi Sassu e Gianni
Testa, ad un’importante mostra al Castello Medioevale
di Santa Severina a Crotone, e a fine anno una sua esposizione
è allestita nella XXIV Edizione della mostra Cristallo
tra le mura al Museo del Cristallo di Colle di Val d’Elsa
(Siena).
Nel 2002 Carta partecipa alla mostra
a fini benefici Foeminilia memorie ferraresi e invenzioni
d’autore alla Palazzina Marfisa d’Este di
Ferrara. Viene invitato ad esporre 14 tele, tra luglio
e settembre, al The Annual still life show 2002 dell’Albemarle
Gallery di Londra (catalogo a cura della galleria). A
ottobre, nel Museo Teatrale alla Scala di Milano, viene
invitato, insieme ad altri 14 artisti tra cui Emilio Tadini,
Emanuele Luzzati, Luca Alinari, Ernesto Treccani, ad illustrare
un prezioso volume d’arte dedicato alle opere del
Maestro Giuseppe Verdi (pubblicazione a cura della Galleria
La Solo Arte di Milano). Libiam ne’ lieti calici
tratto dalla Traviata è la scena da lui illustrata.
Il 2002 si conclude con la partecipazione di Carta alla
mostra intitolata L’Arte a tavola la natura morta
nell’immaginario artistico italiano promossa dal
Comune di Piombino nella Galleria Comunale di Arte Moderna
e Contemporanea.
Il 2003 si apre con un’importante
antologica intitolata Visioni di Carta esposta nelle sale
superiori dell’antico palazzo della Frumentaria
di Sassari. La mostra, illustra, grazie alla visione di
60 dipinti, alla presenza dell’oggettistica che
Carta impiega nel suo lavoro, l’ultimo ventennio
della sua produzione artistica. Arricchita di nuove opere,
la mostra viene poi presentata in autunno all’Istituto
Italiano di Cultura di Copenaghen, alla Galleria Stefano
Forni di Bologna, al Consolato Generale - Istituto di
Cultura di Amburgo e al Castello San Michele di Cagliari.
E’ una grande e unica mostra itinerante, che prosegue
nella primavera del 2004 all’Istituto Italiano di
Cultura di Lisbona e nell’autunno del 2005 a Montecarlo
alla Maison dell'Amerique Latine de Monaco.
Visioni di Carta (mostra a cura
di Antonella Pintor - La Solo Arte di Milano) ottiene
in ogni sede un grande successo di pubblico e di critica.
Cristalli, porcellane, brocche disposte elegantemente
quasi come dame ottocentiste in tavole sontuose e riccamente
imbandite o in tavoli vecchi, tarlati e consumati dal
tempo, composizioni con cipolle, limoni, zucche quasi
a richiamare la cultura gastronomica del suo paese, libri,
civette, sono i soggetti che animano le sue tele.
La ricerca dei volumi pieni degli
oggetti e il proponimento di essi in realtà autentiche
in atmosfere rarefatte pone l’opera pittorica di
Carta in una visione quasi scultorea. Ed è così
che appaiono come autentiche protagoniste le sue sculture:
germinazioni della vita con duplice valenza di natura
e origine di se stessa. Sculture traboccanti di realismo
e colore dove al semplice racconto di un frutto si accompagna
una grande carica simbolica di realtà doppie e
inattese visioni.
Sempre nel 2004 partecipa alle
fiere-mercato di Bolzano con la Galleria Magenta di Milano,
di Padova e Palermo con La Spirale 2000 di Milano, di
Reggio Emilia con la Galleria Stefano Forni di Bologna,
inoltre sue esposizioni sono promosse nelle gallerie Mentana
di Firenze, Magenta di Milano, Azur di St. Paul de Vence.
A fine anno partecipa alla II° edizione di Stanze
di Eros: l’erotismo nell’immaginario artistico
contemporaneo promossa dalla Galleria Comunale d’Arte
Contemporanea di Piombino, ed è presente a Sarajevo
nella mostra Più unione in Europa tra fertili utopie
e realtà.
Nel 2005 partecipa alla mostra
Industriale Arte in fabbrica allestita all’Exma’
di Cagliari, dove propone il trittico Metamorfosi della
luce: “accostamento raffinato di cesti, tavolini
e lampade di recupero, reperti di archeologia industriale
provenienti dalla fabbrica di Fiume Santo” (Angela
Sanna dal catalogo della mostra).
Nel 2006 le sue opere sono oggetto
di importanti mostre internazionali quali Sedici sguardi
una rassegna. Sardiniae Corpus Sardiniae Figura. Discovering
Sardinian Painting (Brisbane, Sydney e Melbourne –
Australia) e Filo conduttore all’Istituto Italiano
di Cultura di Tripoli, una sua personale viene organizzata
alla Galerie Alexandre Leadouze di Cannes, mentre in Italia
è la Galleria Art&Co Arte Preziosi di Parma,
con la Spirale 2000 di Milano, a promuovere una sua mostra.
Il 2007 si apre con un’importante
personale Libiam ne’ lieti calici al Museo Archeologico
e Storico Etnografico delle Tenute Sella & Mosca di
Alghero, alla quale segue una grande antologica I seducenti
percorsi della luce al Complesso Museale Francesca Sanna
Sulis di Muravera (Cagliari). A presentare il catalogo
che accompagna la mostra è lo storico e critico
d’arte Luciano Caprile.
Seguono altre sue esposizioni al Magic Market Place di
Las Vegas e all’Hidden di Santa Monica, California.
Chiude l’anno e prosegue nel 2008 la grande mostra
antologica Vetro precario e fragile allestita nello scenografico
e incantevole Palazzo della Reggia di Colorno di Parma.
Cinquanta le opere selezionate tra dipinti e sculture
che testimoniano l’iter creativo dell’ultimo
ventennio dell’artista, a presentare il catalogo
che accompagna la mostra è la storica e critica
d’arte Rossana Bossaglia.
Nel 2009 il grande approdo alla
53ª Biennale di Venezia “Fare mondi”:
Giuseppe Carta è selezionato e invitato dall’IILA
Istituto Italo-Latino Americano e dalla Repubblica di
Costa Rica nel Padiglione “Natura e Sogni”
dove espone la grande opera “La rinascita della
foresta dopo l’incendio”, una complessa installazione
scultorea di 11 elementi in alluminio (fusioni a cera
persa) e di ferro, che svolge il tema della rinascita
della vita vegetale e animale che si manifesta dopo ogni
catastrofe consumata in ambito naturale. Tiene conto di
un antefatto di rovina da legarsi a un successivo processo
di resurrezione, i nuovi frutti, scaturiti dal disastro
ambientale, assumono forme armoniche disposte secondo
l’ordine suggerito dal desiderio o dalla sollecitazione
emotiva del momento, cantano l’allegria dei loro
squillanti colori. Un imponente Asino argentato guarda
lo spettacolo della rinascita e raglia di animalesca felicità,
simboleggiando il trionfo della natura e la sua fertilità.
Il destino dell’umanità si ritrova riflessa
nella vita vegetale coi suoi ritmi rigenerativi che rimandano
agli antichi canoni della fertilità e della ripetuta
promessa di una rigenerazione. Le sculture lucenti di
Giuseppe Carta rappresentano l’essenza esteticamente
articolata di un simile concetto. La foresta, ovvero il
mondo, deflagra o s’incendia a ogni battito di ciglia
in qualche luogo più o meno segreto, più
o meno ostentato dai media, e la rinascita appare sempre
miracolosa. Eppure essa avviene con evidente fatica o
con sublime dolcezza da tempo immemorabile. Il raglio
dell’asino e l’ostentazione della sua potenza
fecondatrice sono proprio i segni di brutale e spontanea
ribellione che preannunciano la rinascita.
Il 2010 si apre con la partecipazione
all’Arte Fiera di Bologna, una tra le più
importanti fiere internazionali d’arte moderna e
contemporanea del mondo, giunta alla sua 34° edizione.
Giuseppe Carta sa colloquiare magistralmente
e magicamente con la “natura morta” traducendola
in sorpresa metafisica. Le sue opere travalicano infatti
l’impatto immediato di sapore iperrealista per entrare
nel territorio dello spirito: la straordinaria perizia
tecnica di Giuseppe Carta trova così un’efficace
risposta nell’atmosfera in cui egli colloca gli
oggetti: scenografiche tavole imbandite di luce, sottofondi
scuri illuminati di cristalli e porcellane, oggetti sparpagliati
o raccolti in ceste di vimini, e poi tovaglie, pieghe,
ripiani, atmosfere fra il magico e il reale. In particolare
la luce (e di riflesso l’ombra) diventa un obbligato
transito emozionale, si trasforma in una sospensione del
pensiero, si identifica nel preludio di un’attesa.
Per certe prerogative legate all’evidente risultato
pittorico le sue opere possono rimandare ai grandi protagonisti
del passato dal respiro europeo che hanno frequentato
con successo tale genere artistico: pensiamo agli olandesi
e ai fiamminghi del Seicento, pensiamo allo spagnolo Zurbarán
e al nostro Baschenis. Attento lettore del nostro tempo,
delle sue incertezze, delle sue inquietudini, delle sue
contraddizioni, Giuseppe Carta diventa un funambolo di
alta scuola che non teme di rovesciare o di inclinare
i cristalli alla conquista di ardite trasparenze, sollecitando
il rischio del bilico, l’azzardo inatteso. L’allegoria
può trasferirsi quindi in quella sospensione sinfonica
da lui ricercata sempre attraverso la luce e l’ombra
(un armonico concorso di note e di pause nel suo personale
spartito). Le sculture aggiungono sorpresa alla sorpresa
perché l’estrazione delle forme dai dipinti
diventa con Giuseppe Carta un esercizio di straordinaria
seduzione visiva e tattile: Germinazione-mela, Germinazione-melograno,
Germinazione-pera introducono nel bronzo, nell’alluminio
e nel marmo il mistero dell’evento tridimensionale
e l’incanto sigillato della perfezione.
Dopo un lunga permanenza prima
in Toscana e poi in Liguria, Giuseppe Carta dal 1996 vive
e lavora a Banari dove nel 2001 istituisce e dirige la
Fondazione Logudoro Meilogu promotrice di grandi eventi
internazionali. Da allora ogni anno l’ente svolge
un ruolo determinante nella valorizzazione e divulgazione
del proprio territorio grazie alla promozione di importanti
percorsi espositivi a respiro nazionale e internazionale:
“Dodici Miliardi per il 2030” di Enrico Baj,
“Macchie Mediterranee: l’arte di Emanuele
Luzzati tra originale e serigrafia” di Emanuele
Luzzati, “Pittura e scultura dal 1930 ai giorni
nostri dalla Collezione FLM”, “Da Giovanni
Fattori ad Amedeo Modigliani. La scuola dei Macchiaioli.
Dalla Collezione Pepi”, “Salvatore Fiume.
Opere dal 1940 al 1997”, “Identità
e differenze del ‘900. Da Morandi a De Chirico.
Da Picasso a Basquiat”, “Classici splendori,
passioni senza tempo. Dipinti tra Cinque e Settecento.
Da Guido Reni a Van Dyck”, sono soltanto alcune
delle grandi mostre-evento organizzate nelle sue sedi,
un antico palazzo in trachite rossa del 1200 e una sede
moderna con un nascente parco museale di 5 ettari. Le
proposte della Fondazione non si limitano alla sola attività
espositiva temporanea, ma ogni anno l’ente dedica
alla sua collezione museale, che ad oggi si compone di
oltre 400 opere, tra pittura e scultura, datate dal primo
Novecento ad oggi, una mostra permanente.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Fare mondi Making Worlds 53ª
Biennale di Venezia Esposizione Internazionale d’Arte
(a cura di Daniel Birnbaum e Jochen Volz), Fondazione
La Biennale di Venezia, Marsilio Editori, 2009
Natura e sogni - 53ª Biennale
di Venezia Esposizione Internazionale d’Arte Partecipazioni
Nazionali - Padiglione IILA – Costa Rica
(IILA Istituto Italo-Latino Americano - Ambasciata della
Repubblica del Costa Rica, curatori Padiglione “Natura
e sogni” Francesco Elisei e Gregorio Rossi, catalogo
a cura di Chiara Filippini), Edizioni Umberto Allemandi
& C., 2009
Massimo del Chiaro. L’arte
del bronzo (1949-2009)
(di Fonderia d’Arte Massimo del Chiaro, a cura di
Antonella Serafini), Edizioni Monte Altissimo, 2009
La casa della civetta e altri racconti
(di Tonino Oppes), Edizioni Condaghes, 2009
Dal Novecento ad oggi nella collezione
FLM. Artisti dell’Arte Contemporanea
(a cura di Giorgio Auneddu Mossa), Edizioni FLM, 2008
Il Museo di Arte Contemporanea
Italiana in America. Arte e Cultura un ponte tra Italia
e Costa Rica. San José, Costa Rica. Cancelleria
dell’Ambasciata d’Italia
(a cura di Gregorio Rossi), Edizioni Bandecchi & Vivaldi,
2008
Giuseppe Carta. I seducenti percorsi
della luce
(a cura di Luciano Caprile), Edizioni FLM, 2007
Giuseppe Carta. Vetro precario
e fragile
(a cura di Rossana Bossaglia - Reggia di Colorno, Parma),
Edizioni FLM, 2007
Identità e Differenze del
‘900
(a cura di Claudio Cerritelli), Edizioni FLM, 2007
La Grande Enciclopedia della Sardegna.
La Biblioteca della Nuova Sardegna
(a cura di Manlio Brigaglia), Editoriale La Nuova Sardegna,
2007
Il tempo delle ciliegie
Edizioni Minerva Italica, 2006 (1ª edizione 2006,
succ. ed. 2007,2008,2009,2010)
Sedici sguardi, una rassegna. Sardiniae
corpus sardiniae figura. Discovering Sardinian painting
(a cura di Erica Monesi - Brisbane, Sydney, Melbourne),
Edizioni FLM, 2006
Industriale ? arte in fabbrica
(testi di Angela Sanna e Luigi Agus), Genesi Gallery,
2005
Le stanze di Eros. L’erotismo
nell’immaginario artistico contemporaneo
(a cura di Renzo Mezzacapo, Galleria Comunale di Piombino),
Edizioni Felici Editore, 2004
Aldo Dente. Seducendo con l’arte.
La collezione di ventagli dei Civici Musei di Storia ed
Arte di Trieste
(a cura di Laura Oretti), Edizioni Comune di Trieste Civici
Musei di Storia ed Arte di Trieste, 2003
Giuseppe Carta. Visioni di Carta
(a cura di Beba Marsano - Castello San Michele di Cagliari,
Galleria Stefano Forni di Bologna, Istituto Italiano di
Cultura di Copenaghen, Istituto Italiano di Cultura di
Amburgo, Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Maison
dell’Amerique Latine de Monaco di Montecarlo), Edizioni
FLM, 2003
Il silenzio La parola. Sentieri
dell’anima sarda
(di Paolo Pillonca), Edizioni Domus de janas, 2003
Vino pellite curas…. Il vino
nell’immaginario artistico italiano
(a cura di Renzo Mezzacapo, Galleria Comunale di Piombino),
Edizioni Felici Editore, 2003
Foeminilia. Memorie ferraresi e
invenzioni d’autore
(a cura di Chiara Toschi Cavaliere e Anty Pansera), Edizioni
Edisai srl, 2002
L’arte a tavola. La natura
morta nell’immaginario artistico italiano
(a cura di Renzo Mezzacapo, Galleria Comunale di Piombino),
Edizioni Felici Editore, 2002
15 Artisti per Giuseppe Verdi
(a cura di Franco Passoni), Edizioni La Solo Arte, 2002
The annual still life show 2002
(a cura di Albemarle Gallery, Londra), 2002
Dizionario degli artisti liguri.
Pittori, scultori, ceramisti e incisori del Novecento
(a cura di Germano Beringheli), Edizioni De Ferrari Editore,
2001
Neo Avanguardie: dagli anni ’50
ai ’70 a Ca’ la Ghironda
(a cura di Silvia Evangelisti con testi di Fred Licht
e Toni Toniato), Edizioni Cantelli Rotoweb, 2001
The annual still life show 2000
(a cura di Albemarle Gallery, Londra), 2000
Cumproadu. Imprentade. Fotografias
(di Salvatore Ligios, testi di Giuliana Altea e Marco
Magnani), Edizioni Soter Editrice, 1999
Giuseppe Carta. La dinamica dei
volumi inerti
(a cura di Teresa Coppa, Galleria Eloart, Forio d’Ischia),
1999
Giuseppe Carta. La magia delle
cose
(a cura di Ada Masoero), Edizioni Mazzotta, 1999
L’opera pittorica di Giuseppe
Carta
Tesi di Laurea in Lettere di Maria Grazia Sassu, Facoltà
di Lettere e Filosofia di Sassari, 1999
Cinque pittori della realtà
(a cura di Rinaldo Rotta, Genova), 1998
Palazzo Sarcinelli 1988-1998
(a cura di Marco Goldin), Edizioni Electa, 1998
Arte&Città. La pittura
fra il tempio e i mercanti 1944-1997
(a cura di Giuseppe Cordoni con testi di Giorgio Celli
e Toni Toniato), Edizioni Beccari Editore, 1997
A tavola con Giuseppe Carta
(a cura di Giorgio Soavi), Antonia Jannone Disegni di
Architettura Milano, 1996
Giuseppe Carta. Il peso leggero
della luce
(a cura di Marco Goldin), Edizioni Electa, 1996
Repertorio illustrato di artisti
liguri
(a cura di Germano Beringheli), Edizioni De Ferrari Editore,
1995
Giuseppe Carta. Il fermo suono
della luce
(a cura di Chiara Toschi Cavaliere), 1994
Il tempo del ventaglio. Memorie
ferraresi e invenzioni d’autore
(a cura di Anna Maria Visser Travagli e Chiara Toschi
Cavaliere), 1994
*(note
tratte da M.G. Sassu, L’opera Pittorica di Giuseppe
Carta, tesi di laurea in Lettere, Università di
Sassari, Facoltà di Lettere e Filosofia, 1999)