Com'è stato dimostrato
nel corso d'una mostra spettacolare presentata a Roma
nel 1996 e curata da Bernard Andrease e da Claudio Parisi
Prestice, coadiuvati da eccellenti collaboratori - sia
nella cura dell'esposizione con la presenza d'opere
d'arte e di materiali pertinenti, sia nel corso d'un
convegno parallelo che ha visto presenze nazionali ed
estere di grande prestigio - Ulisse, l'antico personaggio
che fu Re d'Itaca e che divenne leggendario nel mondo
della storia antica e moderna, con la sua attiva partecipazione
alla guerra troiana e che, dopo l'avvenuta distruzione
di Troia, impiegò dieci lunghi anni di navigazione
marina che lo costrinse ad approdare in tanti luoghi
particolari per ritornarsene a casa.
Ulisse superò tutte le disavventure e le avventure
che lo coinvolsero con i suoi compagni non solo, gli
studiosi più eminenti della biografia di questo
personaggio lo hanno sintetizzato, in chiave antica
e in chiave moderna, traendone la conclusione che Ulisse
è stato un personaggio d'alto significato, che
non si è lasciato guidare dal suo destino, che
non si è piegato alle volontà religiose
con le catechesi moralistiche degli Dei o di un Dio
superiore, ma al contrario ha fatto uso della sua rimarchevole
intelligenza, ha seguito i suoi impulsi, il proprio
istinto e le sue volontà, che disegnano un uomo
moderno o perlomeno consapevole.
I curatori della mostra romana lo hanno definito come
un ambiguo in quanto gli è apparso dotato di
tante e diverse personalità e quindi, in conseguenza,
fu sempre in lotta con se stesso.
Ulisse non si è mai fatto plagiare dalle rivelazioni,
sia occasionali, sia epocali, anche se ha coltivato
in se stesso la potenza delle suggestioni che gli sono
derivate dall'esterno, agli ambienti e dalle circostanze
che ogni qualvolta gli si sono presentate avvolte dai
misteri delle conflittualità che si manifestano
all'interno di noi.
A nostro avviso, questo incontro tra Ulisse e Meloniski
ha messo in luce quelle possibilità spirituali
che, da sempre, hanno indotto l'uomo terreno verso i
segreti mai rivelati della propria morte, di quella
materialità che si autodistrugge rigenerandosi
in altri corpi, in altre forme o dimensioni psichiche.
Ecco, come è nato questo confronto tra un uomo
antico che ha sempre fatto parlare di se, con Meloniski
che è un artista del nostro tempo.
Superato dunque quello scoglio che supera quella perniciosa
pedanteria nella considerazione degli individui visti
con graduatorie burocratiche, noi riteniamo che gli
organizzatori di queste due rassegne isolane promosse
dalla "Fondazione Logudoro Meilogu", la prima
nel mese di agosto a Banari che è un centro che
si trova vicino a Sassari, la seconda è invece
spostata a Villacidro presso il Montegranatico, che
è vicino a Cagliari e che è anche il paese
d'origine di Meloniski, ebbene queste due manifestazioni
culturali sono connesse tra loro dalla singolarità
evolutiva dei due personaggi.
Ulisse e Meloniski, nell'assoluta diversità della
loro esistenza, rappresentano la somma sintesi d'un
pensiero che ci perviene dal passato e giunge sino ai
nostri giorni intatto, riponendo la sua presenza dalle
antiche scuole filosofiche, alchemiche e dagli spiriti
liberi che, in successione, pervengono a queste conclusioni
dello spirito e le considerano.
Picasso che aveva incarnato, a nostro avviso, uno spirito
demoniaco, a sua volta aveva affermato: lo non mi evolvo.
Io sono.
Evidentemente, in lui, parlava il suo “daimon”
che in lui ha albergato prima della nascita, secondo
il mito di Er, raccontato da Platone.
La nostra persona, dunque, non è un evolversi
verso l’alto, verso la luce, certamente affascinante.
Soprattutto, come hanno rivelato gli studiosi, Ulisse
è un uomo autodeterminato, sia nelle sue azioni,
sia nelle sue scelte, che hanno dato vita a un archetipo
umano caratterizzato dall'audacia e dell'avidità
di conoscenza che lo animava in ogni circostanza e con
il suo sviluppato senso di responsabilità.
È nato cosi, nella mente degli studiosi più
aggiornati, il paragone con l'immagine complessa dell'uomo
occidentale, prototipo dell'uomo moderno, che trae le
sue forze con la considerazione di se stesso e della
sua memoria.
Meloniski pur perseguendo le stesse idealità
ha ricercato un suo linguaggio espressivo, autonomo,
cifrato dai simboli conosciuti, talvolta riscoperti,
altre volte da lui stesso inventati in una continua
successione evolutiva, con opere deliziosamente colorate
e che esprimono, al di sopra di tutto, una serenità
gratificante e una grande gioia.
La "Fondazione Logudoro Meilogu" ha voluto
onorare questo pittore e scultore sardo, che ha seguito
le tante tappe della sua vita in varie parti del mondo
contemporaneo, con quell'innata saggezza che lo ha condotto
a quelle sintesi che sono la principale caratteristica
degli spiriti liberi d'ogni tempo.
Come Meloniski stesso racconta nella sua nota autobiografica
pubblicata in questo catalogo, nel 1970 si buttò
allo sbaraglio e dopo una breve permanenza parigina
s'accasò definitivamente a Milano e, con queste
due mostre organizzate dalla "Fondazione Logudoro
Meilogu", e ritornato nella sua terra d'origine
con un corposo gruppo di opere d'arte, dopo oltre trent'anni,
accolto dagli isolani con quello spirito che li ha indotti
a definirlo come "Il ritorno di Ulisse".
Rivivendo in parte la sua storia ricordiamo che quand'era
ancora bambino, vivendo nella sua terra, aveva imparato
ad ascoltare le voci misteriose della natura, udendo
il sussurrare del vento in mezzo agli alberi secolari
ricoperti di sughero, aveva ascoltato lo sciabordio
delle acque correnti nei ruscelli, le voci notturne
degli animali, sempre animando in se delle sensazioni
emotive, a volte tumultuose, a volte poetiche, accompagnato
dalle forme primitive d'un paesaggio senza uguali che
si offriva ai suoi occhi con colori che lo estasiavano.
Quei colori che noi ritroviamo nei suoi dipinti pieni
di gioia e frutto di tanto lavoro.
Cresciuto quindi con una particolare sensibilità,
a volte estetica, a volte selvaggia, Meloniski è
stato incoraggiato dalla sua purezza e dal suo spirito,
manifestando l'accortezza di mantenere costantemente
intatto questo suo mondo primordiale, pieno d'arcani
e d'emozioni, confermando in ogni caso la sua spontanea
disponibilità verso 'arte, un'attività
che lo anima e lo esalta, che lo aiuta a configurare
le sue immagini personali, piene di gioia e di ottimismo,
sempre riscaldate dal suo amore per la vita.
Lavorando moltissimo con grande perseveranza Meloniski
si è spostato, lungo il percorso della sua attività,
da una città all'altra d'Europa, esercitando
e mostrando la sua attività in tante mostre personali,
oltre cinquanta, imponendosi sia sul mercato nazionale,
sia su quello internazionale che gli ha guadagnato la
meritata fiducia di tanti collezionisti, italiani ed
esteri, che lo gratificano con i loro acquisti.
Da questo punto di vista è sempre stato molto
fortunato e lui stesso, con la sua semplicità,
si meraviglia dei suoi lusinghieri successi, ancora
più meravigliato quando ha constatato che alcuni
enti gli hanno affidata la loro fiducia e, di volta
in volta, gli hanno passato degli incarichi di lavoro
molto importanti.
In sede d'immagine, Meloniski è ancora affascinato
dal mondo del bambino che in lui emerge con quelle figurette
filiformi, esaltate dal colore della sua pittura, dosate
dal pittore all'interno dei suoi quadri con le sue composizioni
vitali sempre originali.
Una delle sue caratteristiche pittoriche è quella
di aggiungere e innestare nelle sue opere diversi materiali
che consentono una singolare espressività lirica,
un arricchimento dei segni e delle commistioni tra realtà
e fantasia, che distinguono la sua produzione.
È noto che il linguaggio è l'udito dell'anima
dell'artista e aiuta la meditazione che le opere richiedono
per rivelarsi; procedendo verso un processo che può
essere alchemico, esso dimostra l'enigmaticità
della materia caotica, sede d'una lotta virulenta tra
gli opposti non ancora riuniti nel "lapis philosophorum".
E sarà poi la "luce", inesauribile
fonte di tutte le cose, a comparire dalla oscurità.
Tutto questo può apparire nella visione dello
gnostico che percorre la scia dei dualismi, nella visione
che si apre sugli abissi che separano il mondo esteriore
da quello inferiore, tra esperienza soggettiva ed esperienza
oggettiva, sopratutto appare più acuto l'antagonismo
esistente tra lo spirito e la materia.
Ancora oggi, quando lo ritiene necessario, Meloniski
si rifugia in campagna, lontano dall'invadenza delle
città, per ricostituire un suo contatto con gli
elementi naturali che lo aiutano a fare nuove opere
originali, con quella limpidezza d'intendimenti che
lo induce alle sue ricerche più intime e segrete,
forse alla ricerca d'una tecnica per l'immortalità.
"Come le dicevo, Passoni, lo scacchiere evolutivo
delle nostre realtà indicano l'evoluzione dell'uomo.
Essa passa dall'acculturamento e poi sale verso l'alto
dove trova l'arte, prosegue ancora e trova il cielo,
quel legame con la spiritualità che giorno per
giorno matura nell'uomo attraverso i diversi stadi dell'esperienza
e della vita. lo penso che la spinta più forte
viene dalla nostra evoluzione interiore e sono convinto
che in questo nostro mondo attuale siamo in molti ad
avvertirla. L'evoluzione inferiore passa attraverso
vari passaggi, arriva alla musica (che è l'armonia)
e poi conduce alla realizzazione finale della nostra
evoluzione".
È tutto molto chiaro nella mente di Meloniski,
questa sua ascesa verso il senso ultimo del nostro viaggio
terreno dimostra la sua maturità, eppure egli
era un uomo semplice, un autodidatta, figlio di contadini
poverissimi.
Tutto questo non gli ha impedito di raggiungere un traguardo
molto alto, pieno di luce, derivato dalla sua tormentata
biografia.
Egli ha usato della sua intelligenza che lo ho fatto
agire fuori dalla dimensione dei sogni e spontaneamente
ha dipinto le sue "scacchiere evolutive" che
corrispondono alle verità ch'egli intende divulgare,
usando i mezzi che gli vengono offerti dal ciclo vitale.
La sua meta lo porta verso il traguardo dell'uomo realizzato,
espresso con il simbolo delle sette chiavi d'oro che
servono per aprire i sette aspetti dell'universo.
In un articolo su "Arte e Scienza" pubblicato
in catalogo nel corso della mostra di Meloniski a Palazzo
Bandera, nel 1997, scritto dal Prof. Antonino Zichichi,
si legge questo pensiero: "...una delle più
importanti conclusioni alle quali oggi è arrivata
la scienza è aver compreso che la grande sintesi
del pensiero di cui oggi siamo testimoni non nasce dall'osservazione
del cielo a noi esterno, ma di quello che abbiamo dentro
di noi..."
Anche gli scienziati concordano con quanto abbiamo finora
esposto.
Le immagini di Meloniski sono abbastanza semplici, tuttavia
molto profonde nella diffusione del suo pensiero e hanno
il misterioso potere di suscitare l’interesse
del pubblico in quanto manifestano una informazione
adeguata ai temi gioiosi che lo distinguono, sempre
al di fuori delle mode artistiche del passato e del
presente, al contrario egli sviluppa le sue certezze
allineandosi al suo linguaggio personale e libero dalle
influenze altrui.
I suoi modelli d'immagini simboliche risalgono dai millenni
e dai secoli passati, si prospettano nel futuro e mantengono
giustamente i significati dell'astrazione, per aiutare
a percepire la presenza d'una forza che attraversa ogni
dimensione conosciuta.
Con i simboli si crea cultura e si usano le immagini
per farli conoscere, con le immagini si esprimono forme,
con le voci ci rivolgiamo al cielo.
Voci, immagini e simboli si nutrono di luce.
Il Sufi Gibrail Khan, ha scritto: "La verità
è come un grande specchio che il tempo ha rotto
in mille pezzi. Ognuno possedendone un frammento, specchiandosi,
proclama che la sua religione è quella giusta",
poi in un'altra poesia ha detto: "Come l'immagine
in uno specchio non è l'oggetto stesso, così
l'immagine dell'universo è solo un'illusione.
Tu, ti sei visto nello specchio?" (da "Le
immagini del tempo" 1980, edito dalla stamperia
"II Torchio di Brera" di Milano).
Che cosa è un simbolo?
Erich Fromm, nel volume "II Linguaggio dimenticato"
(Bompiani, Milano, 1962) lo descrive come un: "qualcosa
che sta al posto d'un qualcosa d'altro...".
Per esempio, Concetto Tamburello ricerca nello spazio
un simbolo della nuova umanità.
Ognuno quindi ha una sua versione, anche se la meta
perseguita è sempre la stessa, cioè rivolta
verso la luce. (Simboli Culturali, di Franco Passoni,
edizioni Brixia, Milano, 1978).
Passiamo ora all'enunciazione d'alcuni simboli che noi
ritroviamo di frequente nelle composizioni artistiche
di Meloniski: le arche (che sono una specie di tappeto
volante che portano al pensiero astratto); il pesce
che è un oggetto di natura vivente, che può
avere diversi colori e ognuno con i propri significati
(per i primi cristiani il pesce simboleggiava il Cristo);
la partenza dei pionieri che vanno verso l'alto alla
ricerca della luce; alcune cattedrali immaginarie; alcune
nuvole inserite nel cielo blu verso la luce raggiungibili
attraverso le scale sulle quali si arrampicano uomini
solitari; le scacchiere evolutive sono composizioni
che mostrano l'itinerario della nostra vita e del nostro
pensiero per poter raggiungere la luce; chiavi musicali
che perseguono destinazioni armoniche e i valori dello
spirito; il simbolo della guerra che rappresenta la
violenza; Einstein che rappresenta il genio, umanizzato
dal piercing eccentrico che porta sulla lingua e parallelo
all'immagine bestiale dello scimmione (posto più
in basso) e anch'egli con un piercing sulla lingua come
dissacrazione d'una moda; la veduta d'una Venezia come
celebrazione d'una civiltà evolutiva e prossima
alla sua consumazione; le orchestre che diffondono la
musica e l'uomo incantato che sale verso l'alto con
la scala e si trova tra il cielo e terra; il concertino
con figurette angeliche che spaziano in alto... insomma
è presente tutta una sintesi di soggetti che
vuole significare, in ogni caso, l'idea d'una continua
evoluzione dell'uomo verso lo spazio in alto, per conquistare
una sua perfezione e attraverso una poliedricità
di espressioni diverse come segno della nostra spiritualità.
Meloniski nelle sue composizioni registra le nostre
emozioni, le nostre sensazioni, quegli stati di grazia
che lo guidano nelle sue scelte significative e che
si esternano all'interno delle sue opere artistiche
e che ci trasportano verso il mondo della luce con una
grande pienezza e una indescrivibile serenità.
Dal catalogo
MELONISKI DA VILLACIDRO - Il Ritorno di Ulisse